Archivio per ottobre 2008

‘Un onorevole su trefa uso di stupefacenti’Capezzone: ‘E’ vero’

DROGA & POLITICA ‘Un onorevole su trefa uso di stupefacenti’Capezzone: ‘E’ vero’

 
Roma, 9 ottobre 2006 – Un onorevole su tre fa uso di stupefacenti, prevalentemente cannabis ma anche cocaina: e‘ il risultato di un test eseguito, a loro insaputa, su 50 deputati dalle Iene, che ne proporranno i risultati nella prima puntata della nuova serie del programma, domani alle 21 su Italia 1.

Il test eseguito con uno stratagemma e’ il drug wipe, un tampone frontale che, spiega Davide Parenti, capo autore delle Iene, ”ha una percentuale di infallibilita’ del 100%’‘.

Il 32% degli ‘intervistati’ e’ risultato positivo: di questo il 24% (12 persone) alla cannabis, e l’8% (4 persone) alla cocaina. Naturalmente nel servizio-inchiesta proposto domani non si riconosceranno i deputati sottoposti al test.

 

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Il comandante Gb in Afghanistan: la Nato non può vincere

Il comandante Gb in Afghanistan: la Nato non può vincere

«Non vinceremo questa guerra». Il comandante delle forze armate britanniche in Afghanistan, il generale Mark Carleton-Smith, ha avvertito con un’intervista al domenicale "Sunday Times" che è irrealistico per la Nato puntare ad un pieno trionfo militare sui taleban. A suo avviso vanno create le condizioni per un accordo politico con i ribelli.

A capo di un contingente che nella provincia di Helmand è quotidianamente impegnato in durissime e sanguinose battaglie contro i taleban, il generale di brigata ha indicato che le sue forze hanno neutralizzato l’offensiva del nemico «per il 2008» ma il problema di fondo resta e nell’ipotesi migliore si può sperare di «ridurre ad un livello gestibile» l’insurrezione, in modo che non costituisca più «una minaccia strategica» ma possa essere affrontata dalle forze armate afghane. Il messaggio del generale britannico è chiaro: l’Occidente non si faccia prendere da impossibili sogni di «decisiva vittoria militare» e si renda conto che la distruzione totale del pervicace nemico – vivo e vegeto sette anni dopo l’invasione capitanata dagli Stati Uniti – non è un obiettivo perseguibile e tutt’al più se ne può assicurare un efficace contenimento.

«Se i taleban fossero pronti a sedersi dall’altra parte di un tavolo e a discutere un accordo politico – ha sostenuto Carleton-Smith – questo sarebbe esattamente il tipo di progresso che pone termine a ribellioni come questa». Secondo il comandante britannico, persona nota per non avere peli sulla lingua, una prospettiva simile «non dovrebbe mettere a disagio nessuno» e in effetti il ministro afghano della Difesa Mohammad Rahim Wardak – pur esprimendo «delusione» per le parole del generale Cartleton-Smith – ha ammesso oggi che la soluzione alla crisi del suo Paese non può essere soltanto di tipo militare ma presuppone «un’azione politica ed economica».

L’apertura del comandante britannico non ha fatto però breccia, almeno ufficialmente, con i taleban che tramite un portavoce hanno fatto sapere di non essere minimamente interessati a negoziati «con gli invasori». A loro avviso «le forze straniere dovrebbero andarsene senza condizioni». Nella Kabul ufficiale non è comunque più un tabù auspicare l’apertura del dialogo con il nemico: la settimana scorsa il presidente afghano Hamid Karzai ha chiesto all’Arabia Saudita di fare opera di mediazione con i taleban e ha invitato il leader dei rivoltosi – il mullah Mohammad Omar – a rientrare in patria e a impegnarsi in negoziati di pace. A quanto ha scritto oggi il tabloid domenicale « il servizio segreto britannico MI6 ha aperto di recente un suo canale diretto di dialogo con i taleban e un emissario dei ribelli, identificato soltanto con la lettera K, è stato portato nel più totale riserbo a Londra per esplorare la possibilità di un accomodamento». Il tabloid sostiene che i taleban sono molto interessati ad un processo di pace sul modello di quello escogitato per l’Irlanda del nord e vorrebbero l’appoggio britannico per la cooptazione del mullah Omar nel governo al potere a Kabul.

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